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ALBINO
Grosso centro della media Valle Seriana, è il quarto centro abitato della bergamasca per numero di abitanti, situato a 342 metri sul livello del mare il suo territorio si sviluppa a cavallo del fiume Serio.
Il nome Albino sembra derivare dal nome di "Albinus" cittadino romano che sarebbe stato il costruttore del primo nucleo abitativo.
Le origini di Albino si perdono nella notte dei tempi. Di certo si sa solo che Giulio Cesare concesse la cittadinanza romana a tutta la Valle Seriana e che già a quel tempo Albino doveva essere un centro molto importante. Il primo documento in cui appare la dicitura "vico Albines" porta la data dell'892.
Il paese fu completamente distrutto nel 1398 ad opera dei Guelfi; nel 1404 fu bruciato e nuovamente raso al suolo questa volta dai Ghibellini di Vertova, Cene, Gandino e Nembro.
Del castello che in quel periodo visse le travagliate vicende del territorio, non rimane traccia. A partire dal 1500 fu usato come cava di pietra dalla popolazione locale impegnata nella ricostruzione del paese.
Molto attive furono ad Albino le filande di seta e le filature tanto che ancora oggi, sebbene di molto ridotta, l'industria tessile riveste particolare importanza economica.
Assai rinomate erano anche le numerose fucine per la lavorazione del ferro.
Al proposito scriveva il Celestino nella sua "Storia Quadripartita": "...Ad Albino si fabbricano quei gran forbici, che s'adoptrano in cimare i panni e vi sono di ciò Maestri tanto perfetti, che vanno in Spagna ad accomodarli...".
Ad Albino vi erano attive inoltre alcune cave per l'estrazione del cemento e per l'estrazione della leggendaria pietra cote la cui paternità è equamente divisa tra Albino e la vicina Pradaluga. Queste pietre, usate per affilare lame di acciaio, sono citate perfino negli scritti di Plinio il Vecchio. La loro scoperta risale al periodo dell'impero romano e ben presto vennero esportate in tutta Europa e anche nel Nuovo Continente.

COSA VEDERE
La parrocchiale, dedicata a San Giuliano, è stata costruita nei primi anni dell'Ottocento su progetto dell'architetto Elia Simone, di stile neoclassico, la chiesa conserva alcune pregevoli tele del Cavagna, del Moroni, del Talpino e dello Zucco.
Proprio nel centro del paese si trova la chiesa di San Bartolomeo, originaria del '200 e modificata nel '400 e nel '600 è in stile achitettonico gotico-lombardo. All'interno si segnalano alcuni affeschi del periodo che va da 1475 ai primi anni del '500. Il gioiello della chiesa è costituito dal polittico, di autore ignoto, in legno finemente intagliato e decorato con oro e policromie, certamente tra le più belle opere d'arte della bergamasca.
La tribuana dell'altare maggiore, dalla struttura piramidale, è tra le più fastose e pregevoli di tutta la diocesi.
Anche la chiesa del santuario della Madonna del Lupo è ricchissima di opere d'arte: si segnalano affreschi della fine del '400 e inizio del '500 e altri che risalgono al '600 come quello in cui è raffigurato l'Angelo Custode. Tra le tele si conserva un San Francesco e un San Paolo entrambe opere del pennello di Gian Paolo Cavagna.
Alla frazione Abbazia, dove è collocata l'area sosta camper, si può visitare l'antica abbazia benedettina da cui appunto la borgata ha preso il nome. Fondata nel XII secolo del monastero resta però solo una parte con un bel chiostro. La chiesa con le sue volte e i suoi archi ha subito parecchi interventi di allargamento e di restauro.
Al santuario di Altino posizionato sopra l'abitato di Vall'Alta vicino alla cima dell'omonimo monte si possono ammirare "La discesa dello Spirito Santo" del Cavagna e pregevoli dipinti del Talpino, del Gavazzi da Poscante, del Carobbio e sculture lignee del Fantoni.
Alla frazione Vall'Alta la settecentesca parrocchiale intitolata all'Assunta e a San Giacomo apostolo conserva una splendida pala di Enea Talpino detto il Salmeggia raffigurante San Cristoforo e San Rocco (1597), tele di Antonio Cifrondi, dipinti di anonimo del Settecento e affreschi di autore ignoto.
Alla frazione Desenzano al Serio, il santuario della Madonna della Gamba, costruito verso la fine del XVI secolo è sicuramente uno dei più belli della Lombardia e conserva un vero tesoro di opere d'arte. Tra i dipinti la Madonna Addolorata di Enea Talpino, l'illustrazione del miracolo che portò alla costruzione del santuario, del Ceresa; la Natività di Ludovico Gioia e altre tele del Settecento di artisti anonimi.
La chiesa di Sant'Alessandro, forse la chiesa più vecchia di tutta la Valle Seriana, sorge alla frazione Comenduno proprio nel centro della borgata vicino alla novecentesca parrocchiale. Restaurata nel 1976 conserva notevoli affreschi.
Ad Albino nacque Giambattista Moroni le cui opere sono gelosamente custodite nelle principali pinacoteche di tutto il mondo. 

PISTA CICLABILE VALLE SERIANA La pista ciclabile Valle Seriana partendo da Bergamo e arriva a Clusone, in realtà parte in sede propria da Ranica e in modo praticamente ininterrotto raggiunge Clusone dopo oltre 31 chilometri, tra Bergamo e Ranica ci sono piccoli tratti spezzati da tratti inseriti nel traffico. Da Alzano fino al confine di Albino abbiamo due scelte di percorso rispettivamente a destra e sinistra della sponda orografica del fiume Serio, successivamente la via è unica con qualche possibile breve variante. Si attraversa il fiume Serio diverse volte su bellissimi ponti in legno nuovi o antichi ponti medievali in passato abbandonati perché troppo stretti per le auto ma ora ben recuperati per lo scopo. La pista ciclabile è illuminata nel tratto tra Ranica e Albino, 10 Km illuminati molto utili quando siamo in ritardo la sera durante il ritorno e le tenebre ci avvolgono di soprassalto, alcuni tratti sono in via di ultimazione. Molto belli i parchi del Serio di Alzano Lombardo, Villa di serio e Prato Alto di Albino, collegati tra loro danno la possibilità di fare due pedalate con la famiglia su percorsi in circolo. Raggiunto Clusone è possibile allungare il tragitto percorrendo la ciclovia dell'alta valle seriana fino a Valbondione ed altri 25 Km di sola andata.

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